Documenti – 2. Medici padovani

Trascrizioni a cura di Luca Molà


Le fonti archivistiche corroborano e arricchiscono il racconto del notaio Rocco Benedetti. I registri del Senato, ad esempio, conservano la memoria del rapporto rispettoso ma a tratti teso dei medici padovani Mercuriale e Capodivacca con il governo veneziano tra la fine di giugno e l’inizio di luglio del 1576, quando il contagio stava espandendosi in città senza che vi si sapesse o potesse porre un freno. Ai due medici si ordinò addirittura di restare temporaneamente confinati in casa, visto che alcuni membri del loro seguito e alcuni aiutanti avevano contratto l’infezione, finché essi stessi chiesero congedo per poter rientrare a Padova.


Archivio di Stato di Venezia, Senato Terra, reg. 51, c. 114r-v


26 giugno 1576

Ser Alessandro Bon Procurator, Sopraprovededor alla Sanità [proponente]

Essendosi offerti li Eccellenti Medici Capodivacca et Mercuriale con quelle prontezze d’animo che ad ognuno è noto, esponendo le vite loro a beneficio di questa Repubblica, alli quali ognuno ne diè haver quell’obligo che merita la prontezza sua, che si vede che è se non per zelo d’amore del signor Dio et della affettion che loro porta a questa Repubblica, come si ha inteso dalle scritture hora lette a Sua Serenità et ad altri. Et havendosi offerto di voler haver cura di tutta questa Città di quelli infermi di sospetto contagioso, con li aggionti delli tre da loro accettati, cioè Gioan d’Alian, messer Antonio Mauritio et messer Lodovico Boccalini, è conveniente per beneficio publico accettar la loro così honorata offerta, con haverne, come è sodetto, quell’obligo si conviene, però: [quindi]

L’anderà parte [Si delibera] che alli Eccellenti Medici sopradetti Capodivacca et Mercuriale siano aggionti li tre sopradetti, cioè Alian, Mauritio et Boccalini, come da loro offerta ha fatto. Quali debbano, uniti et separati, il giorno visitar et medicar in quel modo sarà ordinato dalli sopradetti Capodivacca et Mercuriale, che conoscerà sia beneficio di questa Città di mal contagioso, di quelli li sarà dato in nota et consignati di giorno in giorno dalli Sopraprovededori et Provededori alla Sanità. Del qual governo essi signori Medici debbano dar aviso all’Officio della Sanità quelli si doverà mandar alli Lazaretti et quelli si harrà a tenire nelle lor case, con quel modo che a loro Eccellentie parerà. Delli qual amalati li sopradetti Eccellenti Capodivacca et Mercuriale harranno a dar quelli ordeni che meglio li parerà alla sua prudentia et valore, con quelli ricordi che a loro parerà a beneficio di questa Repubblica. Et li sodetti tre Medici Gioan d’Alian, Antonio Mauritio et Lodovico Boccalini siano per conto di spese alla medesima conditione che sono i sodetti Eccellenti Capodivacca et Mercuriale sopradetti.

<De parte> [favorevoli] 89 +

ser Benetto Zustignan Sopraprovededor

ser Andrea Zorzi, ser Alvise Dolfin, ser Zuan Battista Bernardo: Provededori sopra la Sanità

 Vuoleno che per uno delli Savii del Collegio nostro, qual parerà ad esso Collegio, sia fatto intendere alli Eccellenti Medici Capodivacca et Mercuriale quanto sia stato grato alla Signoria Nostra il servitio da loro fin hora prestato, et poi siano efficacemente essortati et persuasi a continuar nella carità et pietà da loro principiata verso questa Città di medicare alle case libere et anco alle sequestrate consegnateli et che se gli consegneranno dalli Sopraprovededori et Provededori nostri alla Sanità, di quel modo che alla Eccellentie sue parerà meglio et di maggior beneficio di essa Città, confirmandoli che questo è il maggior et più grato servitio che possi per loro essere prestato in questi tempi alla Signoria nostra.

<De parte> [favorevoli] 72
<De non> [contrari] 1
<Non sinceri> [astenuti] 12


Archivio di Stato di Venezia, Senato Terra, reg. 51, cc. 107v-108r


27 giugno 1576

Scritture de’ Medici di Padoa

Prima

Serenissimo Principe, Illustrissimi et Excellentissimi Signori. Siamo di ordine di Vostra Serenità stati questa mattina noi Nicolò Barbarigo Savio di Terra Ferma et Alessandro Bon Procurator et Benetto Iustinian, Sopraprovveditori alla Sanità, a trovar li eccellenti Medici Padovani, et con quelle più affettuose parole che habbiamo saputo trovar habbiamo cercato di farli certi della satisfattion che sente la Serenità Vostra et tutta questa Città della prontezza che hanno mostrato nel venir ed offerir et prestar la lor opera in questo importantissimo bisogno, della qual prontezza et buona volontà, et insieme de bonissimi effetti che hanno fatto fin hora, così Vostra Serenità come tutte l’Excellentissime Signorie Vostre ne senteno grande obligo alle loro Excellenze, et sono per ternerne in ogni tempo gratissima memoria.

Et habbiamo comunicato con le loro Excellenze la parte [decreto] presa ieri nell’Excellentissimo Senato. Ne risposero che continuano più che mai in quel buon proposito col quale vennero ad offerirsi, et che posto ogni suo interesse da canto sono pronti a continuar in quel servitio che hanno principiato, a laude et honor del Signor Dio, a beneficio di questa Città et a satisfattione della Serenità Vostra, et che attenderanno a tutte quelle cure che saranno loro consegnate, et ad altre ancora. E’ vero che non intendeno di entrar dentro in alcuna sorte di case che siano sospette, ma di visitar solamente alle porte, dicendo ch’essendo essi già informati delle qualità di questi mali potevano far il medesimo servitio ordinando i remedii fuor delle porte et consigliando con gli altri medici, con quali si offerivano di trovarsi ogni volta che fossero richiesti, et che conoscevano che l’entrar dentro nelle case sarebbe con molto lor pericolo, et che ciò non tornava a nessun servitio della Serenità Vostra, la qual credevano che non volesse aventurar le lor vite, anzi che desiderasse di conservarle per poter adoperarle più longamente in servitio de suoi popoli. Aggiongendo che questo entrar nelle case non era né anche necessario, perché stimavano bene che quei che si ammallassero di sospetto nelle case piccole fossero tutti mandati a medicarsi nei Lazaretti, et che non si curassero in questa Città. Et che quanto alle case più commode bastava ch’entrassero dentro i barbieri, et che essi intesa la qualità, gli accidenti et le circonstanze de mali dicessero il lor parere et consigliassero i casi, così separati come uniti con gli altri medici, et aiutassero a preservar i sani et non ancora infetti, come erano prontissimi a fare. Et che il servitio che potevano far in questa Città principalmente era questo, che insieme di andar alle visite delle case non sequestrate nei principii che le persone si ammalavano, et di operar che i sani si separassero dagli infermi et non praticassero insieme per tre o quattro giorni, poiché la maggior parte de mali che regnano a questo tempo, per l’esperienza che hanno veduta in questi giorni, si converte in pestilente et contagiosa. Onde a tempo ch’el male se scopre esser di sospetto, havendo già praticato tutti di casa con l’infermo si trovano esser in un medesimo tempo tutti feriti. Per la qual cosa, sicome uno è ammalato di qual si voglia principio di male, si facesse subito division et separatione della sua persona dall’altre di casa per 3 o 4 giorni, quando in esso male non si scoprisse malignità, nel qual spatio di tempo si poteva ciò conoscer sicuramente, potrebbeno tornar le persone di quella casa a pratticar insieme, et dimostrandosi male contagioso si sarebbono salvati tutti quelli che si fossero separati. Et che a questo pensavano che si havesse ad attender, che era nel proveder ai principii et a levar la origine del contagio. La qual cosa quando si essequisse speravano di veder in pochi giorni libera questa Città, et che però essi attenderebbono ad introdur questi ordeni, et che speravano che havesse ad esser fatto il medesimo dalli altri medici.

Et che essi havevano deliberato partirsi dalla Zudecca et di andar ad habitar in una casa a San Tomà, appresso un parente dell’Eccellente Mercurial, non volendo altra compagnia che di un servitore per uno et de uno altro giovane, et volendo liberarsi da tutta l’altra famiglia [seguito di servitori]. Et che qui si fermarebbono quanto fosse piaciuto a Vostra Serenità, desiderando solamente l’Eccellente Mercurial fra otto giorni di dar una volta a Padova et fermarvisi per quattro o cinque giorni, et tornar poi a prestar la sua opera in questa Città.

Seconda

Serenissimo Principe. Questa mattina gl’Illustrissimi Signori il Signor Alessandro Buono, il Signor Giustiniano et Signor Barbarigo ci hanno mostrato una parte presa, secondo dicono, nell’Eccellentissimo Senato, nella quale ci è data auttorità a noi et a tre aggiunti di proveder alle cose solo delli infetti. Et perché questa parte non è per esser utile in conto alcuno, sendo che le cose andaranno nel medesimo modo secondo sono andate fin qui, però che sempre saremo chiamati a quelli che già saranno moribondi et harranno infettato gli altri, onde le polizze [bollettini] per questo saranno sempre più piene de morti. Ci è parso farlo saper alla Serenità Vostra, non che noi desideriamo auttorità alcuna, sendo più tosto la mente nostra contraria a ciò. Ma perché non ci vediamo il servigio della Città, né di Vostra Serenità, alla quale humilmente ce li inchiniamo. Di casa, alli 27 di Giugno 1576.

Di Vostra Serenità humilissimi servitori. Gli Padovani.


Archivio di Stato di Venezia, Senato Terra, reg. 51, c. 109r


28 giugno 1576

Savi del Consiglio, Savi de Terra Ferma, Sopraprovededori et Provededori alla Sanità [proponenti]

Dalle scritture hora lette si è inteso l’intentione delli Eccellenti medici Capodivacca et Mercuriale essere di non entrar a medicare nelle case date per sospette, giudicando essi questo non esser beneficio della Città, et anco per non aventurar le vite loro. Et perché è a proposito in tempo di tanto bisogno servirsi dell’opera di medici così principali, con commodo et servitio di essa città.

L’anderà parte che la parte presa in questo Consiglio a 26 del mese presente sia riformata in questo modo. Che li Sopravededori et Provededori nostri alla Sanità si servino dell’opera delli sopradetti Eccellenti Medici Capodivacca et Mercuriale nel visitar et medicar secondo l’offerta loro, come si contiene nella pollizza sua de 27 del mese presente et nella relatione fatta dalli diletti nobeli nostri Nicolo Barbarigo, Savio de Terra Ferma, et Sopraprovededori alla Sanità, che sono stati a ragionar con loro per darli notitia della parte presa, come è stato letto.

<De parte> [favorevoli] 149 +
<De non> [contrari] 4
<Non sinceri> [astenuti] 12


Archivio di Stato di Venezia, Senato Terra, reg. 51, c. 111r-v


30 giugno 1576

Savi del Conseglio, Savi de Terra Ferma, Sopraprovededori et Provededori alla Sanità

Essendosi inteso dalle depositioni et altre scritture hora lette la morte seguita delli doi reverendi Padri Giesuiti et la grave infirmità de barbieri deputati agli Eccellenti Medici Padovani, et d’un loro servitore, è a proposito così per universale beneficio della Città, come per la loro sicurtà in particolare, di fare in ciò quella provisione che sia conveniente, però:

L’anderà parte che sia commesso alli Sopraprovededori et Provededori nostri alla Sanità che ritrovatisi con gli Eccellenti Medici Padovani debbano con destro modo far uffitio perché si contentino di mutarsi della stanza nella quale habitano al presente, et di fare per giorni otto contumatia insieme con un loro giovane et doi servitori da esser tolti a loro elettione, attendendo poi passati i giorni otto alla cura degli infermi nel modo che è stato ultimamente disposto, et hieri si contentorno; non potendo essere licentiati di questa Città senza espresso ordine di Conseglio, et che gli altri della loro famiglia restar debbano nella casa nella quale si ritrovano al presente, dove habbiano a star sequestrati per lo spatio di giorni vintidoi. Et da mo’ sia preso che debbano i Sopraprovededori et Provededori predetti far quanto prima provisione di altra habitatione che sia buona per l’effetto sopradetto.

<De parte> [favorevoli] 150 +
<De non> [contrari] 5
<Non sinceri> [astenuti] 7


Archivio di Stato di Venezia, Senato Terra, reg. 51, c. 116r-v


13 luglio 1576

Savi del Conseglio, Savi de Terra Ferma

Essendosi inteso dalla scrittura hora letta delli Eccellenti Medici Capodivacca et Mercuriale la continuata instantia che fanno alla Signoria Nostra di potersi partir di questa Città et andar a Padoa, non si deve restar di darli questa honesta satisfattione, havendo loro nel servitio che han prestato dimostrato quella prontezza et carità che si possa maggior verso ‘l servitio di questo populo, però:

L’anderà parte che li sudetti Eccellenti Capodivacca et Mercuriale siano posti in libertà di poter andar a Padoa. Et sia fatto loro intendere per il Collegio nostro che si resta benissimo satisfatti del buon animo et prontezza da loro dimostrata in questa occasione.

<De parte> [favorevoli] 115 +
<De non> [contrari] 8
<Non sinceri> [astenuti] 9


Novi avisi di Venetia – Rocco Benedetti Notaio in Venezia (qui)


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